DEBITO PUBBLICO? PUO’ ESSERE CANCELLATO! PAROLA DEL DOTTOR URBANO
È il dott. Roberto Urbano che in questi giorni tramite la sua pagina facebook detta la ricetta per risanare l’economia Nazionale.
Presidente di un circolo Sindacale, di una Cooperativa Sociale, Dottore in Diritto ed Economia delle imprese ma ancor prima esperto di legislazione internazionale e italiana e grande conoscitore dei regolamenti e delle procedure parlamentari oltre che legislativo parlamentare per ben tre legislature è un ottimo conoscitore della politica italiana, dell’economia e del diritto parlamentare e si attesta ad essere uno dei più giovani esperti nazionali.
Nel suo post rivolgendosi al neoeletto Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, qualche giorno fa, si chiedeva “visto le sue idee che portano l’Italia e gli Italiani in primo piano rispetto ogni altro soggetto o ente che ne pensa dell’idea di eliminare il debito pubblico” e prosegue alludendo che “tutti i componenti dell’emiciclo parlamentare (almeno si spera), sanno come fare” la domanda a questo punto è spontanea: non si sa o non si vuole?
Secondo il dott. Urbano “la soluzione è sempre esistita sin dai primi anni del 900 e in diverse occasioni” continua l’esperto “come legislativo in Parlamento, ho chiesto di intervenire in tal senso.”
Ma adesso analizziamo la proposta del dott. Roberto Urbano, il quale suggerisce di utilizzare il cd. “Debito detestabile, con il quale ci si riferisce al debito nazionale contratto per perseguire interessi diversi da quelli nazionali, nella consapevolezza dei creditori e nell’incoscienza dei cittadini.” La domanda spontanea è: si può utilizzare? Il Dott. Urbano continua spiegando che “il nostro non sarebbe il primo caso attestato, essendoci stati vari precedenti come Tinoco (1922), Etiopia (1947), Iraq (2003), Ecuador (2007) e Islanda (2008)”. Insomma, “il governo italiano potrebbe richiedere” continua l’esperto “potrebbe richiedere alla commissione europea l’estinzione dei debiti, anche se maturati dai governi precedenti, i quali non hanno apportato miglioramenti o giovato alla crescita del Paese. Cancellando parte del debito, o come accaduto agli altri stati estinguendolo del tutto, non ci sarebbe la necessita di richiedere aiuti quali Mes, coronabond o eurobond o non ci sarebbe la necessità di continuare a svendere l’Italia fingendo non sia così.” Insomma, una soluzione che se fosse fattibile riuscirebbe a fare uscire dal baratro la nostra nazione fin troppo martoriata. L’adozione del debito detestabile secondo Urbano porterebbe l’Italia a crescere anche di rating, con maggiore investimento da parte di banche estere. Una soluzione, quindi, che non solo toglierebbe il cappio all’Italia ma la salverebbe e la renderebbe nuovamente egemone. Nel post facebook il Presidente Urbano suggerisce il reinvestimento del ricavato ad esempio “per la sanità, per le partite IVA, alle piccole e medie imprese e per una defiscalizzazione delle imprese che permetta di investire nel nostro Paese e che non renda così allettante la delocalizzazione o ancora usare i fondi per gli aiuti alle famiglie in difficoltà e supportando imprese e cittadini al contrasto al caro bollette e per tutto ciò questo governo e questo parlamento ritengano utile e giusto.” Secondo il Presidente: “Tutto ciò porterebbe ad un incremento di liquidità positivo nelle casse dello Stato, utili a finanziare iniziative importanti per l’Italia”.
La domanda che ci facciamo a questo punto, come anche posta dal dott. Urbano è quale sia la volontà politica riguardo a questa possibilità. Abbiamo paura dell’Unione Europea o per una volta possiamo pensare al benessere dei nostri cittadini?
Una riflessione ci ha colpito e riguarda la Germania, il Presidente Urbano conclude il post scrivendo: “Tutto questo in considerazione di come a breve sprofonderemo tragicamente grazie alla Germania, unico stato che è stato in grado di trasformare il nostro credito in debito nei loro confronti, che ha deciso di mettere in campo misure antieuropeiste ma non per la finanza quanto per il benessere degli altri stati che assisteranno ad una delocalizzazione delle imprese verso la Germania”. Effettivamente a distanza di pochi giorni da questa affermazione abbiamo avuto la presa di posizione del governo tedesco e il dott. Urbano con un nuovo post va all’attacco rivendicato quanto già aveva preannunciato. Nel nuovo post il Presidente Urbano afferma che la Germania rompe il fronte europeo e che sia giunto il momento di riprenderci la nostra autonomia.
Infatti, dopo aver spiegato che: “il governo tedesco ha annunciato l’introduzione di uno «scudo difensivo» da 200 miliardi di euro per fare fronte all’aumento dei costi energetici e tutelare così famiglie e imprese dall’inflazione, cercando di mantenere stabile la domanda interna” e che “con un fondo di 200 miliardi, la Germania si farà carico direttamente delle spese energetiche di cittadini e imprese, attraverso l’emissione di nuovo debito, contravvenendo così alle regole di austerità che costituiscono il pilastro dell’impalcatura economica europea e sostenute peraltro in primo luogo proprio da Berlino” austerità a senso unico spiega il dott. Urbano continuando il post scrivendo che: “lo scudo introdotto spiega la reticenza tedesca nell’introdurre il tetto al prezzo del gas, richiesto a gran voce da molti Paesi europei e in particolare dall’Italia alla quale, a differenza della Germania, non è consentito neppure lontanamente parlare di “scostamento di bilancio”. Per questo, la decisione dei tedeschi ha suscitato la preoccupazione e la reazione piccata della politica italiana che non può contare né sul tetto al prezzo del gas né su interventi di rilievo dal punto di vista fiscale, mentre proprio il giorno prima dell’annuncio della Germania l’Arera aveva annunciato un aumento del 59% delle bollette energetiche. “La «spesa per la resistenza» tedesca” continua il Presidente Urbano “rischia di creare una crepa profonda nel fronte europeo: infatti, se la Germania può permettersi di fare debito per sostenere le sue imprese, ciò non è consentito all’Italia e ad altri Paesi dell’Unione – legati al “cappio” del cosiddetto vincolo di bilancio – che si ritroveranno, di conseguenza, a dover competere con le industrie e le aziende tedesche che beneficeranno di prezzi energetici calmierati a differenza di quelle italiane e di altre nazioni europee. Ciò, molto semplicemente, potrebbe condurre alla definitiva deindustrializzazione dell’Italia, poiché le aziende che ancora operano nella Penisola potrebbero delocalizzare in Paesi più convenienti, tra cui la stessa Germania, ma anche l’Ungheria, l’India e gli Stati Uniti. Quest’ultimi, infatti, ancora una volta risultano gli unici vincitori economici nel contesto della grave crisi europea innescata dalle sanzioni e dalle conseguenze del conflitto in Ucraina. Inoltre, l’iniziativa tedesca permetterà alla speculazione dei mercati di andare avanti incontrastata, contribuendo a gonfiare il mercato artificiale dei prezzi, basato sulle scommesse finanziarie di pochi e spregiudicati operatori più che sul prezzo reale del gas” dure le parole del dott. Urbano il quale conclude affermando che “la mossa di Berlino rischia di sgretolare definitivamente la compattezza europea di fronte alla crisi energetica e mette in luce non solo le enormi divergenze d’interessi all’interno dell’Unione, ma anche il differente peso politico, economico e decisionale dei vari Stati uno rispetto all’altro, con particolare riferimento alla Germania che agisce spesso al di fuori delle “regole comunitarie”. Ciò non ha fatto altro che affossare l’Italia che, non avendo e non volendo recuperare gli strumenti necessari per esercitare la sua sovranità economica e finanziaria, è probabilmente destinata a rimanere schiacciata da decisioni e politiche contrarie agli interessi nazionali, mentre Berlino cerca di perseguirli anche in barba alle “regole” e ai tanto decantati principi di “solidarietà europea”. A questo punto” conclude il dott. Urbano “il governo Italiano intervenga! Dichiari il debito pubblico detestabile, eliminiamolo e dopo riflettiamo sull’idea di abbandonare la zona euro e sul ritorno alla moneta nazionale e ripartiamo.”